Chi è in possesso di un animale domestico di compagnia conosce bene tutti i disagi a cui va incontro per la sua presenza in un appartamento. I disagi si verificano spesso a fronte di un condominio poco collaborativo e poco ben disposto alla presenza di animali. Quello degli animali domestici e norme condominiali è un dibattito destinato ad ampliarsi a mano a mano che le persone continueranno ad adottare. Il Legislatore dovrà ben presto trovare nuove soluzioni.
Cani nei condomini: anni e anni di battaglie legali
Le battaglie legali che si sono disputate tra condomini e possessori di animali hanno riempito la giurisprudenza ma, ad oggi, la legge è dalla parte di chi possiede l’animali. Questo a patto che siano rispettati gli spazi comuni e le proprietà degli altri condomini, così come i loro diritti. Se prima ci si chiedeva quanto fosse giusto o meno tenere animali in appartamento, oggi questo è diventato un fenomeno sociale così diffuso che, nel paniere dei consumi italiani, è entrato a pieno titolo il panno elettrostatico per la facile raccolta del pelo animale. Questo significa che siamo più pet friendly e che il Legislatore dovrebbe aggiornare le regole per una civile convivenza.
Come funzionano le leggi per il possesso di animali nei condomini?
Un primo passo nei confronti dei padroni è stato fatto con la liberalizzazione degli animali nei condomini. Grazie ad essa non è concesso vietare la presenza del cane ai condomini, come non è permesso il divieto di ingresso a livello condominiale. Con la legge 220 del 2012 del codice civile, infatti, la discriminazione a scapito dei possessori di animali è stata rimossa. Il tutto è avvenuto grazie alla modifica del 2013 degli articoli 16 e 18. La norma introdotta stabilisce che i possessori di animali domestici non possono essere in alcun modo discriminati dai regolamenti condominiali che non possono decidere di vietarne l’accesso. Si stabilisce che gli animali non sono beni ma esseri senzienti riconosciuti dall’articolo 1138 del codice civile come veri e propri membri della famiglia.
Animali domestici nei condomini: un fenomeno che necessità di norme più chiare
Il numero degli animali di compagnia è in continua crescita in Italia. Nel solo 2018 si stima che nel nostro Paese vivano circa sessanta milioni di animali di cui la metà sono cani. L’aumento netto degli animali di compagnia ha comportato, com’era prevedibile, un incremento delle controversie civili rispetto alla loro presenza nei condomini. Oggi però la legge consente l’ingresso di un animale domestico a patto che il padrone abbia provveduto a regolare iscrizione all’Asl, alle vaccinazioni e alla salute de lpiccolo.
Animali domestici e norme condominiali: quali sono ammessi?
I dubbi su questa legge permangono circa cosa si intenda effettivamente per animale domestico dato che il testo non è chiaro a riguardo. Questo comporta dubbi circa la liceità della9 presenza di animali non considerati domestici come serpenti, ragni o iguane che sono individuati come animali esotici. La legge presenta numerose lacune perché se il condominio non può vietare l’accesso agli animali di compagnia, un locatore può farlo e può selezionare gli inquilini a cui affittare discriminando chi possiede animali. La clausola deve essere espressamente prevista dal contratto e non può esser fatta valere a posteriori. Permane il dubbio sul tipo di animale ammesso in un condominio perché mentre la gallina ed il maiale sono considerati animali da compagnia, non è facile capire come interpretare la scimmia, il serpente, il ragno o l’iguana. Ai posteri l’ardua sentenza?